querule

giacobine è bello!

22 luglio 2005

non tutte le infradito riescono col buco

(ode alla ciabattina mocc mocc)

o ciabattina ciabattina storta
che portava colei che nulla compra
(poiché i saldi a roma centro son schifezza)
tu capivi il mio piede e la calura
ma lasciavi tanti calli giovinetti
e dolore, e macchie nere e irritazione!

ma un bel giorno la mia pianta si poggiò
su una flip flop deliziosa e colorata
o! come il mio piede ci affondava!
o! come comodamente si perdeva!
ed i chilometri io dimenticavo
e la sera tutta lieta me ne stavo.

ora, in un mondo rosa e tenerello
senza vesciche o sassi sotto i pie'
io rimasi sola senza ciabattina
perché quella era della mia bambina.
tornar al vecchio stile? mai!
cercar l'alternativa? sì!

mocc mocc!, io chiamavo,
invocavo, ululavo alla luna.
nulla: la flip flop era smarrita.
mille vetrine s'eran scrutate,
cento commessi avevam torturati:
e mai la mocc mocc trovavam.

quando una notte, in visita al mall
quello col nome di una misura
trovai un cestone pieno di gomma
tenera, lucida, a quattro e novanta:
era la mocc, ciabatta del mio cuore
ora son persa in un mondo di fiaba,

dove il piedozzo se può si consola
ché la capital del morbido ha trovata.
alla ventura vado per il mondo
senza calzar neanche uno scarpone:
verso l'autunno con la mia infradito
e mai tradirò, per alcuna ragione!


(ovvero, quello che accade quando in un mare di infradito da sindrome da piede piatto si vede all'improvviso balenare la luce della rivelazione.)

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