querule

giacobine è bello!

06 luglio 2005

la psicopatologia del viaggiatore in eurostar

esiste una proposta dei vertici trenitalia per trasformare le carrozze degli eurostar che una volta erano destinate ai fumatori in spazi da viaggio preclusi ai telefonini din don dan. mi sembrava un po' fascista (li' dentro non potrai nemmeno mai avvertire che sei in ritardo, m'immaginavo). finché non ho preso il treno la settimana scorsa: la vocina che appena dopo la partenza avvertiva di eliminare o moderare il tono della suoneria è scomparsa del tutto. trenitalia ha ceduto le armi. sarà per questa mistica sparizione, sarà per altre cause, fatto sta che i vagoni sono la terra di nessuno. ho viaggiato imparando nomi cognomi e numeri di telefono (dettati scandendoli ad altissima voce) della qualunque. ho appreso con dispiacere che un certo macchinario messo in moto devia verso sinistra di circa 20 gradi, e che ciò è assolutamente intollerabile. ho condiviso l'angoscia di chi sale a milano e odia la città e si sente male e deve per forza condividerlo con la mamma, la cuginetta in fasce, la sorella, la migliore amica persa di vista dopo il diploma. ho ascoltato l'audio di non so quale film in dvd sparato ad altissimo volume su un computer portatile.

(ehi. io ho un computer portatile. lo sfilo dalla borsa in treno. ma almeno metto le cuffie se voglio guardarmi qualcosa)

ho dovuto interrompere la lettura di un raccontino di jonathan safran foer che mi sembrava assai carino quando il sosia anoressico di moby, seduto accanto a me, ha ricevuto telefonate su telefonate di chi gli chiedeva quanto si sarebbe trattenuto a firenze e come era il tempo in irlanda? e tua sorella come sta? e i pesci rossi, il gatto, la tua amica coi capelli viola che vendeva le magliette al mercatino? e il carretto passava e quell'uomo gridava gelati? e intanto dal suo ipod gli scissor sisters sparavano a tutto volume e io, non lui, ho ascoltato con grande piacere "take your mama out". non lui. io. che con altrettanto grande sollazzo mi sono divertita (sul serio, stavolta!) ad origliare le imprese telefoniche di un bimbino di quattr'anni che nelle gallerie dell'appennino si incaponiva a voler parlare con la mamma: "ma che pizzaaaaaa! prima non ci sei! ora non mi senti!"

il punto è, torno a scrivere: terra di nessuno. trenitalia come vercingetorige. fate il cazzo che vi pare, su un espresso per agrigento come su un eurostar nessuno vi dirà mai nulla. e a chi si lamenta (giustamente) viene fatto pesare di essere quello che rovina la festa. il vicino rompipalle che ti picchia con la scopa sul pavimento. scendo più stanca di quando son salita.

1 commentini:

At 8:17 AM, Anonymous Anonimo ha detto...

se il racconto di JSF è quello della bibbia secondo me è più che carino.

 

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